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PAROLE

DIZIONARIO SENZA TEMPO

progetto drammaturgico Marco Baliani e Maria Maglietta
con Maria Maglietta
progetto luci Paolo Baroni
regia Marco Baliani
produzione La Baracca Bologna, Ruotalibera Teatro

Anno di debutto: 1991


“ Sempre più vengon meno le cose, quelle da viversi, perchè ciò che le butta per sostituirle è un fare alla cieca”

R.M. Rilke

Togliere con pazienza alcune parole dall’accumulo confuso ed eccessivo in cui sono intrappolate, accumulo di pensieri, segni, stratificazioni di senso, informazioni.
Condurre alcune parole lontano dallo scorrere rapido dei giorni, per non lasciare che si consumino inavvertitamente, per poterle esplorare con stupore nuovo.
Se è vero che è il tempo che si dedica alla rosa a rendere quella rosa così preziosa, il nostro lavoro sarà prima di tutto dedicare del tempo alla scoperta di queste parole, di quello che contengono intimamente.
Sarà un lavoro di raccolta, ci immaginiamo una collana di parole senza fine, ogni tanto se ne aggiungerà una nuova. Occorrerà scavare in queste parole per vedere dove pulsa l’anima nostra e loro.
Tre parole sono, per prime, state infilate nella collana: ANGELO, LUNA, PORTA.
Il teatro che sortirà è dedicato fin da ora a ragazzi in qualsiasi luogo e sotto qualsiasi età essi si nascondano.

Marco Baliani e Maria Maglietta


Settembre 1990

Caro Marco,
Il desiderio è quello di un’opera aperta, non solo per un’aggiunta di parole che nel tempo si potranno sommare, ma anche per il modo stesso di pensare lo spettacolo.
L’idea di un non luogo, come possibilità di uno spazio e un tempo non ordinario, continua a riemergere come essenziale.
Vorrei che nella costruzione di questo spettacolo ci concedessimo un “tempo inutile”, un tempo nel quale stare, agire, giocare, senza aspettative, non pressati da  urgenze produttive.
Un “tempo inutile” che è anche il tempo dell’infanzia o degli angeli, dove la mente viaggia a salti, seguendo sapori e desideri più che logiche associazioni, e a volte si ferma soltanto e sta… come incantata.
Un tempo che ci permetta di cogliere la sostanza o la densità delle cose e vorrei che questo emergesse nella struttura  stessa della messa in scena.
In questo senso, il racconto che avevi scritto come possibile per l’inizio, non deve essere detto, ma deve attraversare l’intera struttura.
Penso inoltre che alcune parole, per loro natura, suggeriscano l’utilizzo di certi linguaggi piuttosto che altri, suono, musica, movimento… mi piacerebbe che Parole permettesse nel tempo la possibilità di un esercizio continuo.
Con il sommarsi di parole anche  l’incontro di volta in volta con artisti  diversi, che abbiano voglia di condividere con noi, lo spazio di una “parola”.
Vorrei insomma che Parole non fosse solo lo spettacolo di una stagione, ma un territorio di esperienze che ogni tanto possano depositarsi in forma di teatro.

Maria
 


LETTERA PER LA RACCOLTA DI STORIE O SUGGESTIONI INTORNO ALLE TRE PAROLE

Ottobre 1990

Cari amici,
con Marco sto affrontando uno spettacolo che ha per filo conduttore una collezione di parole. Cominceremo con tre parole: Angelo, Luna, Porta.
Ci immaginiamo uno spettacolo senza fine, che ogni anno possa aggiungere un tassello di parole nuove o che rinnovi le parole trovate con nuove immagini e memorie.
Il nostro scopo è ingenuo ed eroico al tempo stesso; ci sembra che il mondo in cui viviamo sia sommerso di merci, oggetti, slogan, di cose che hanno perso il loro nome proprio e sono state affogate in un calderone ove tutto è omologato.
In questa macinazione del senso sembra impossibile avere un tempo per distinguere quelle differenze che rendono preziose le cose stesse.
Vorremmo riprenderci un tempo per indagare, di alcune parole, i mondi che contengono, che contenevano un tempo, e che possibilità hanno, queste parole, ancora oggi, di parlarci.
Vi chiediamo se vi va di aiutarci nell’impresa inviandoci immagini, esperienze, memorie intorno a queste prime tre parole.
Ciò che vi chiediamo, se possibile, è di tentare risposte che siano fatti, azioni, che siano insomma racconti di esperienze più che considerazioni o digressioni.
Grazie per la collaborazione,

Maria e Marco


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