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“Cucire la scena” vuol dire per me immaginare la scena, come un insieme di tessuti diversi che vanno assemblati e uniti con un lavoro paziente, artigianale.
I “tessuti” di cui parlo sono i linguaggi della scena, tutti, senza distinzione di gerarchie, cucirli insieme vuol dire trovare quell’ordito particolare, unico e diverso per ogni realizzazione, che permette a quella tessitura di divenire pronta per offrirsi allo sguardo e all’ascolto.
Il mio percorso artistico non si è appuntato su un solo ambito di competenze, ma ha sperimentato professionalità diverse, dalla regia alla drammaturgia, dalla attorialità alla scrittura, dal disegno scenografico ai costumi.
Queste pagine provano a rendere conto di questi diversi percorsi, del filo, appunto, che li lega e li cuce, della passione e delle visioni che li nutrono, dalle più recenti creazioni fino alle primissime esperienze.